Spinning Leggero: Canne e Mulinelli
La grande versatilità dei nuovi materiali ha completamente annullato la differenziazione fra spinning leggero e ultra leggero. Oggi, in pratica, tutte le situazioni dei due tipi di spinning possono essere affrontate con la stessa attrezzatura. Lo spinning leggero/ ultra leggero (considerato come unico metodo) comprende canne di potenza fino a 10 g ed esche artificiali che non pesino più di 5-6 g, con mulinelli e fili adeguati. Quest’attrezzatura di poco ingombro consente di pescare al meglio nei torrenti di montagna, nelle rogge e nei corsi d’acqua di piccola portata, che costituiscono gli ambienti tipici dello spinning leggero
LE CANNE
I miglioramenti tecnici delle canne da spinning leggero dell’ultima generazione riguardano l’azione parabolica, la potenza, lo scatto, la sensibilità, la durata e soprattutto il peso: oggi, una canna in carbonio pesa meno della metà di una in fibra di vetro (un etto scarso, contro oltre due) senza che ciò ne pregiudichi la potenza, anzi alle minori sezioni e alla diminuzione di peso corrispondono una maggiore resistenza e una migliore rispondenza alla specifica azione di pesca
E una questione di materiali: il carbonio e le fibre composite offrono prestazioni assai superiori alla fibra di vetro e un perfetto bilanciamento dei pesi. Può sembrare una differenza di poco conto, ma non è cosi, specialmente se si considera che, in una battuta a spinning, la canna diventa quasi il prolungamento naturale del braccio del pescatore: si eseguono centinaia di lanci (e recuperi) e tutto ciò grava sul polso, in un’azione ripetuta e continuativa.
Alla fine di una giornata, anche pochi grammi in meno si apprezzano in modo significativo.
Una buona canna da spinning leggero dovrebbe avere una lunghezza di circa 1,80 m, una potenza massima di 10 g (non sarà mai necessario lanciare artificiali di peso maggiore) e l’impugnatura in sughero di prima qualità; gli anelli devono essere in carburo di silicio soltanto.
L’azione ottimale è quella parabolica di punta, che consente di lanciare in ogni situazione e offre grande sensibilità nel recupero.
Nello spinning leggero, più che in altre tecniche, risulta importante verificare la reale potenza della canna.
ll test è semplicissimo: basta appoggiare l’impugnatura su un piano orizzontale, lasciando tutto il resto della canna nel vuoto, poi si applica un determinato peso al fondo del filo in modo che vi rimanga appeso. Quando il peso applicato piega la canna in modo che la curvatura sia perfettamente inscritta in un angolo di 90° rispetto al piano orizzontale dell’impugnatura, significa che quel peso equivale all’esatta potenza massima: una canna con potenza nominale di 8 g, per esempio, si incurva a 90° con l’applicazione di un peso di 8 grammi.
L’EQUILIBRIO
Per quanto riguarda il bilanciamento generale (braccio polso canna), non si può prescindere dal mulinello. Infatti, i pescatori perfezionisti acquistano sempre canna e mulinello contemporaneamente, poiché i due elementi sono strettamente correlati tra loro nello spinning leggero, in quanto la canna lavora in lanci e recuperi da inizio a fine battuta.
Per il test di bilanciamento, si mette in equilibrio la canna con il mulinello carico di filo (ossia nell’assetto di pesca) sul dito indice, che funziona da fulcro. Se canna e mulinello sono bilanciati, il fulcro deve corrispondere esattamente al punto (davanti al mulinello) dove poggia il pollice della mano destra quando impugna la canna. Se raggiunge tale bilanciamento ottimale, sembrerà quasi senza peso per il polso.
Non si tratta, però, soltanto di una questione di minor affaticamento: una canna ben bilanciata diventa maneggevole in tutte le situazioni di pesca. Per lanciare,
per esempio, sarà sufficiente un movimento secco del polso e la precisione di lancio (importantissima in questa tecnica) sarà estremamente agevolata.
I MULINELLI
In molte tecniche di pesca, il mulinello non riveste un ruolo primario. Nello spinning leggero, invece accade l’esatto contrario: velocità, numero di cuscinetti, fluidità e rapporto di recupero diventano determinanti, poiché gli stretti ambienti in cui si esercita questa tecnica richiedono estrema precisione.
Il peso dei mulinelli non è influente, è comunque preferibile adottare quelli leggeri (meno di 300 g) e privilegiare il bilanciamento in rapporto alla canna. Essenziale è, invece, la fluidità. In pratica, girando la manovella con forza e rilasciandola, il mulinello dovrebbe continuare la sua rotazione per 3-4 giri, per inerzia. Fluidità significa anche dolcezza nello sgancio (automatico) dell’archetto. Dopo il lancio, l’entrata in funzione della manovella fa scattare l’archetto e inizia il recupero del filo; questo scatto non deve trovare alcun tipo di resistenza meccanica ed essere dolce e preciso. Tutto è in funzione del sincronismo, essenziale quando si deve evitare un ostacolo naturale nel torrente, o iniziare il recupero non appena l’artificiale tocca l’acqua (casi piuttosto frequenti nello spinning leggero). E una questione di cuscinetti interni e di molle: i primi, se numerosi, evitano ogni attrito; le seconde devono garantire lo sgancio immediato dell’archetto.
Per provare velocemente un buon mulinello da spinning leggero (anche in negozio), basta aprire l’archetto e portare molto lentamente la manovella fino al punto di sgancio.
Quest’ultimo deve avvenire senza che sia necessario alcuno sforzo della mano. Tutti i mulinelli fanno scattare bene l’archetto con una rotazione veloce e continua della manovella, ma soltanto i migliori lo fanno quando la manovella cerca lentamente lo sgancio dell’archetto.
Quanto alle bobine, occorre prediligere quelle coniche, perchè facolitanoo srotolamento del filo, permettono lanci lunghi e l’accavallamento delle spire durante il recupero.
Se si utilizza il nylon tradizionale, è meglio scegliere un mulinello con la bobina più larga possibile: il filo (avendo una sua memoria) si arrotola e si srotola meglio in spazi larghi. Con i monofili trecciati (privi di memoria), la larghezza della bobina è meno decisiva.
Molto importanti da verificare sono poi, la velocità e il rapporto di recupero. La prima equivale alla quantità di filo che viene avvolta sulla bobina a ogni giro di manovella, il secondo indica il numero di giri che l’archetto compie con un giro completo di manovella (si esprime indicando il numero di giri riferito all’unità), un buon mulinello da spinning deve essere il più veloce possibile e con un rapporto di recupero di almeno 6:1 (meglio se ancora superiore, tipo 6,3:1 o 6,5:1). In pratica, ci si attesta sui massimi di prestazione, poiché una riserva di velocità è utilissima ed è sempre possibile rallentare, qual’ora fosse necessario.
In sintesi, se si tiene presente che lo spinning leggero, con migliaia di lanci e recuperi, mette a durissima prova l’intera struttura del mulinello, è sicuramente opportuno sceglierne uno affidabile, preciso, fluido, veloce e senza attriti nel punto morto. Un modello con tali caratteristiche, spesso con un alto numero di cuscinetti a sfera e con doppia molla all’archetto, ha un prezzo leggermente superiore agli altri, ma nello spinning leggero diventa un alleato prezioso.
Ed ora buona scelta 🙂