Pesca con la Ninfa

pesca con la ninfa

 

La pesca con la ninfa è indirizzata a provocare l’attacco di un pesce insettivoro, che si ciba di larve acquatiche a mezz’acqua o sul fondo di un corso d’acqua. Quando non si riesce a far salire il pesce in superficie, nonostante la presentazione di mosche secche notevolmente adescanti, il ricorso a particolari imitazioni che raffigurano il comportamento delle larve acquatiche, gradite ai pesci, può rivelarsi veramente efficace.
Nella pesca con la ninfa è assolutamente indispensabile saper proporre l’imitazione alla giusta altezza in cui si trova il pesce intento a ninfare. Convincere poi il pesce ad attaccare l’artificiale dipenderà dalla nostra abilità nel saper animare la ninfa per farla apparire vera.

Attrezzatura e ninfe artificiali
Per praticare la pesca a ninfa in modo corretto consigliabile una canna di lunghezza compresa fra i 2,70 e i 4,30 m ad azione tendenzialmente rapida, è in grado di lanciare code galleggianti del n. 3/4, corredate con normali finali di nylon conici e lunghi quanto la canna. Solitamente le imitazioni utilizzate sono completamente prive di ali, presentando spesso un’imitazione di sacca alare e cerchi addominali per raffigurare l’addome di molti generi di ninfe naturali, ma le varianti di costruzione di una ninfa possono essere diverse in relazione alle forme di vita acquatica rappresentate.
Nello scegliere le imitazioni più adeguate alle condizioni di pesca che si devono affrontare può essere utile valutarne la taglia e il colore. Generalmente è sempre l’andamento stagionale il punto di riferimento principale a cui occorre attenersi nella scelta della taglia dell’artificiale usato. Normalmente nel periodo primaverile è bene utilizzare ninfe costruite su ami del n. 16/18, impiegando poi nel primo periodo estivo imitazioni realizzate su ami del n. 10/14, per poi tornare al n. 16/18 sino al periodo di chiusura della pesca alla trota.
Le imitazioni realizzate con colori smorti e neutri, tendenti al grigio, al verde scuro e al marrone, sono particolarmente gradite alla trota e quindi ingrado di assicurare i migliori risultati, mentre a tutt’altre soluzioni occorre giungere quando si insidia il temolo, che sembra essere interessato a colori vivi come l’arancione, il giallo, il rosso.

Tecniche di pesca
pesca a ninfa, che un tempo era riservata esclusivamente alle acque di pianura, oggi sta gradatamente conquistando un suo spazio anche nei corsi d’acqua più veloci. Questa tecnica, che un tempo veniva esercitata unicamente risalendo il corso d’acqua, può essere benissimo praticata anche da monte verso valle, utilizzando in questo caso imitazioni di una certa taglia e pesantezza, capaci di affondare resistendo alla corrente.
Con la ninfa si può applicare una pesca “a vista” decisamente più entusiasmante e spettacolare e una pesca che possiamo definire “di ricerca” in quanto, non riuscendo a individuare il pesce in caccia, si devono ispezionare larghi tratti del fiume o del torrente alla ricerca di qualche possibile attacco. Per interpretare bene tali tecniche occorre una buona conoscenza della vita larvale degli insetti acquatici, in modo da poter dare la giusta animazione per rendere efficaci i nostri artificiali.

Ninfa a vista
Nella tipica situazione di pesca, caratterizzata da acque trasparenti e limpide, superfici lisce e fondali chiari, è possibile osservare distintamente le potenziali prede intente a cibarsi, a mezz’acqua o sul fondo, di ninfe trasportate dalla corrente. In questo caso esistono le condizioni ideali per praticare la pesca a ninfa “a vista”. Per poter esercitare questo sistema di pesca è bene ricorrere all’uso di occhiali con lenti polarizzanti che opprimendo i riflessi della luce superficiale dell’acqua, permetteranno al pescatore di individuare bene un pesce in attività insettivora sul fondo di un fiume o di un torrente.
Rapidi e brevi spostamenti, compiuti lateralmente o dall’alto in basso per ritornare al punto di partenza saranno messaggi indicatori delle ninfate di un pesce dedito esclusivamente a questo gradito nutrimento. In caso di corrente lenta e livelli di acqua non molto alti la tattica migliore sarà quella di lanciare l’imitazione verso monte a una distanza tale che la nostra imitazione abbia tempo di arrivare con buona approssimazione alla sua altezza visiva. Nelle stesse condizioni di livello, ma con corrente piuttosto rapida, sarà invece consigliabile effettuare un lancio due o tre metri ancora più a monte, in modo che la ninfa possa giungere sempre in prossimità della postazione di caccia del pesce. Avendo l’opportunità di seguire tutta l’azione di pesca, è utile ferrare con decisione non appena si riesce a notare uno scarto laterale del pesce, oppure un bagliore, provocato da tale movimento.
Diverso è il caso in cui il pesce sia intento ad alimentarsi nella classica buca di fine corrente con profondità superiore al metro. In queste circostanze diventa
indispensabile l’impiego di una ninfa opportunamente appesantita per poter facilmente raggiungere il fondale. Dopo aver valutato bene se la ninfa artificiale è giunta nel raggio d’azione del pesce, è conveniente impartire alla stessa un movimento ascensionale in modo da conferirle un soffio di vita e farla apparire sufficientemente adescante. In questa fase è necessario seguire unicamente il comportamento del pesce, attendendo un suo spostamento o un brusco scarto della testa prima di ferrare con decisione.

Ninfa di ricerca
La pesca con la ninfa assume risvolti diversi quando non si riesce a individuare il pesce in caccia, né tantomeno il nostro artificiale. L’azione di pesca si effettua esplorando sistematicamente una presunta postazione di caccia del pesce, allungando progressivamente il lancio per avetr maggiori probabilità di successo
La vera difficoltà di questa tecnica sta nel riuscire a percepire esattamente il momento dell’abbocco; l’indicazione più valida ci viene data da un arresto o trazione del finale, indizi chiaramente rivelatori di un sicuro attacco all’artificiale presentato. In commercio esistono anche veri e propri segnali da applicare al finale, ma il sistema di affidarsi a un’improvvisa tensione del finale è ancora il metodo più seguito.
La ninfa di ricerca trova la sua massima efficacia nei corsi d’acqua di fondovalle, dove particolarmente propizie possono essere le calme ai lati della corrente principale e le correntine che si formano dietro i sassi, mentre di difficile resa si rivelano le acque torrentizie. Occorre, però, presentare l’imitazione nel modo naturale possibile e quindi perfettamente credibile dal pesce.

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