Carpfishing
Quando parliamo di Carpfishing, non si scherza… parliamo di grosse carpe.
Questa tecnica di pesca è dedicata, appunto, al mondo carpe; che, con esemplari anche oltre i 20 kg di peso, diventano la vostra avventura, un’avventura pacifica che prevede la tecnica del “Catch and Release”, ovvero il rilascio in libertà del pesce una volta pescato
Carpfishing è una tecnica affascinante con varie “anime”, possiamo interpretarla passando qualche ora spensierata in carpodromo oppure facendo delle battute che possono durare anche giorni e giorni appostati sulle rive di un lago, da soli in relax o con amici, come in un campeggio alternativo; ovviamente questa soluzione prevede un’attrezzatura specifica per mettere in piedi un buon campeggio, tenda e tutto l’occorrente per passare la notte fuori casa.
Cosa ci occorre:
Per praticare questa disciplina dobbiamo procurarci una canna e un mulinello molto robusti, un poggia-canna (dove appunto mettere la canna) collegato ad un segnalatore acustico che attaccheremo al filo per segnalarci l’abboccata in tempo zero e permetterci un relax sempre vigile!
Piccola accortezza:
Ricordatevi che è una pesca a fondo, quindi abbiamo bisogno di un piombo con salvanodo e un terminale trecciato con hair rig per il fissaggio dell’esca.
Qualcosa di più sul CarpFishing:
Il carpfishing è prima di tutto rispetto per l’ambiente circostante, consigliamo tende verdi / mimetiche per integrarci al meglio con l’ambiente, così come per il resto dell’attrezzatura impiegata nella battuta di pesca che è specificatamente creata per non creare danni al pesce, si utilizzano guadini capienti con maglie morbide e fitte, per evitare danni a pinne e squame, oltre all’impiego del materassino, composto da un telo di PVC imbottito che non danneggia il muco protettivo del pesce. La carpa quindi una volta all’interno del guadino viene presa e trasferita su questo materassino dove viene slamata per poi essere sollevata e liberata in acqua con cura e rispetto. In questi frangenti, ogni pescatore degno di questo nome, provvede all’osservazione dello stato del pesce, per assicurarsi il buono stato di salute: spesso dopo combattimenti duraturi il pesce appare esausto, viene quindi effettuata una buona ri-ossigenazione prima lasciarlo libero nel suo ambiente (e un bel bacio pre-rilascio non ce lo vogliamo mettere?). Da tutto ciò possiamo evincere quanto il carpista DOC presti particolare attenzione durante tutta la battuta di pesca; ci teniamo anche a sottolineare che studi hanno dimostrato che la carpa non senta dolori durante il recupero siccome l’amo si va ad agganciare in una zona cartilaginea della bocca.
Non è finita qui:
Non possiamo parlare di carpfishing e tralasciare l’esca principe di questa tecnica: le boiles.
La boiles è una esca sferica che non viene collegata direttamente all’amo, ma ad un cappio esterno (chiamato hair rig) questo sistema fa si che quando il pesce risucchia l’esca e il pescatore ferra, l’amo si conficchi nella parte cartilaginea del pesce e non nella bocca, garanzia di sicurezza e rispetto della carpa
Queste esche possono essere acquistate in commercio oppure possiamo produrcele “fai da te”, si ottengono dalla miscela di diverse farine impastate con uova e successivamente bollite, questo procedimento rende l’esca molto resistente in acqua garantendo una resa molto elevata….
Bene cosa aspettate? Buona pesca